Dice oggi Claudio Cerasa sul Foglio che L’America ci riserva sorprese e l’Europa ci offre certezze. E cita Luigi Pirandello: “nulla atterrisce più di uno specchio una coscienza non tranquilla”.
Guardando nello specchio dell’Europa e dell’America nulla atterrisce di più della politica italiana. Che una coscienza non l’ha.
La “cattiva” Europa ci ha dato delle lezioni. E anche l’America di Biden.
Prima lezione: in Europa vincono, di gran lunga, i popolari europei, il Ppe, il Centro. Cioè un forza responsabile, di governo, saldamente ostile ad ogni convulsione populista e sovranista. Industrialista, lavorista, cultura economica e cultura sociale robuste.
Roba seria.
Seconda lezione: in Europa esistono ancora i socialisti, i liberali, cioè forze storiche, con alterne fortune, ma vive e coscienti, piante invecchiate ma con radici buone.
Terza lezione: i verdi sono verdi, velleitari spesso, dannosi anche,ma votano un programma europeo che afferma la neutralità tecnologica, cioè, che prevede l’utilizzo anche del nucleare.
Quarta lezione: al dunque, vedi Francia, si neutralizzano le spinte populiste più estreme, Le Pen e Melenchon.
Quinta lezione: la nuova Commissione europea avrà mille difetti ma non difetta nel compito più importante, vitale, epocale, fra Kiev e Mosca sceglie nettamente Kiev. E l’Europa e l’Occidente.
La lezione americana di Biden.
All’errore tragico di abbandonare l’Afghanistan ha saputo rimediare contrastando Putin con decisione e coraggio. Sta con Israele, nettamente, senza rinunciare a evidenziarne gli eccessi.
Comunque, sia su Kiev che su Israele, l’America di Byden è saldamente in Occidente, amica dell’Europa e nemica di tutti i dittatori che vogliono distruggere l’Occidente, anche inflirtandosi nelle menti deboli degli occidentali, per conservare in casa loro la dittatura. Ed esportarla.
Perché la partita è questa: negli anni 80 le democrazie hanno vinto dimostrando la debolezza delle dittature, nere e rosse, in questi anni le dittature provano a vincere dimostrando la debolezza delle democrazie.
Chi contribuisce alla debolezza delle democrazie lavora per le dittature.
La verità è semplice, basta dirla. Diceva Craxi.
Ecco allora l’Italia, la politica italiana, giornalismo compreso.
In Italia vincono le compulsioni estreme, da una decina d’anni. Un partito post totalitario, iper giustizialista, anti parlamentare, quindi antidemocratico, uno vale uno, iper giustizialista, antimpresa, antilavorista, stravince le elezioni 7 anni fa. Tutto gratis per tutti, in pensione giovani, puoi guadagnare senza lavorare.
Poi vince un partito e una coalizione stramba. Vince perché l’alternativa appare ancora più stramba.
Nella coalizione che vince, un partito, Forza Italia, vota la nuova Commissione europea, vota anche un programma che prevede la possibilità di fornire armi all’Ucraina anche per attaccare postazioni in territorio russo dalle quali si attacca Kiev, anche gli ospedali pediatrici di Kiev, come è giusto e sacrosanto.
Ma Forza Italia lo fa in Europa e lo nega in Italia.
La Meloni sta con Zelensky ma sulla possibilità di attaccare la Russia da dove si mandano i missili sugli ospedali pediatrici vota contro.
E vota contro il governo europeo.
Portando l’Italia in un terreno neutro fra Europa e Trump. Neutro sino a quando Trump non vincerà. Una tragedia.
Così il Pd, sull’Ucraina, dall’altra parte. Così Conte, da ogni parte con Putin sempre. Così la sinistra sinistra. Così i Verdi italiani. Così i pacifisti al servizio di chi bombarda la pace. Sempre.
Così i movimenti giovanili che tacciono sulle stragi dei bambini di Kiev, sull’impiccagione delle ragazze di Teheran.
Salvini poi, a suo pieno agio fra le falangi putiniane dei “patrioti” russi in Europa, in attesa di Trump, per farla finita con l’Europa.
Questa la politica italiana guardata allo specchio.
Per non dire del giornalismo politico italiano.
Che ieri sera, ad esempio, di fronte alla tragedia della democrazia americana, vicina a Trump, che tratta i nemici come sacchi di m…, pazzi, dementi, corrotti,, puttan…
Di fronte a tutto questo, hanno dedicato ore a ridere di Biden che balbetta, cade dalle scale, dalle biciclette, dimentica nomi. Gli sberleffi per un uomo malato e sconfitto.
Giornalisti idioti, che nemmeno possono guardarlo uno specchio.
Perché troverebbero il nulla.
Sergio Pizzolante