Rimini, 11 ott. “Due fuoriclasse”. Non usa mezzi termini il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, nel presentare ufficialmente i primi due candidati della lista del Carroccio alle prossime elezioni regionali per il collegio di Rimini: Angelita Conte e Piero Canarini.
Conte vive a Rimini con i due figli, da sempre occupata nel campo sanitario e dell’associazionismo del Terzo settore ha fondato nel 2015 un poliambulatorio di cui oggi è direttrice e che conta 53 medici. Canarini in Lega dal 1989, imprenditore e responsabile di cantiere nel settore edilizio e stradale, è consigliere dell’Unione Valmarecchia e consigliere comunale a Verucchio dove vive con la moglie Michela e tre figli.
“Le nostre liste sono forti in tutte le province della Romagna. – commenta Morrone – Abbiamo posto alcune regole in accordo con i nostri direttivi provinciali: no a candidati in competizione tra loro, sì a squadre coese e coerenti che corrano insieme per conquistare la Regione dopo 54 anni di governo di sinistra. Pur con storie diverse e visioni differenti su certi temi, – prosegue Morrone – la coalizione di centrodestra gode di ottima salute e le forze politiche che la compongono sono coese e compatte su principi, ideali e politiche alternative e soverchianti il nulla che emerge a sinistra, dove il Pd è impegnato esclusivamente a tenere insieme un ‘campo largo’ che i veti incrociati e i ricatti rischiano di far saltare a ogni piè sospinto. Ma non è solo questione di ‘campo largo’, i limiti della classe politica regionale del Pd sono esplosi in questi ultimi anni su diversi fronti, due per tutti: quello della sicurezza territoriale, messa a rischio dall’incuria e dai progetti non realizzati, e quello del sistema sanitario regionale che mostra grandi falle. E questo è tanto più vero se consideriamo che anche il candidato presidente del Pd Michele De Pascale lo critica pur timidamente. Ci piacerebbe sapere per quali motivi De Pascale non abbia incalzato la classe dirigente del PD del settore sanitario in tempi non sospetti, ma sappiamo anche che nel Pd chi si discosta dall’ortodossia e dalla conformità assoluta con i vertici è fuori. Quella delle regionali è una sfida dell’alternanza ovvero una sfida tra due visioni alternative di amministrazione: quella di centrodestra che guarda alla gente, al territorio e al futuro con pragmatismo e quella delle sinistre estremamente ideologizzata che punta solo a conservare la propria rete di potere. La possibilità di vincere c’è, ora sono gli elettori che devono decidere”.