Il PCI e i soldi … di Sergio Pizzolante

Il PCI e i soldi
Gianni Cervetti è una brava persona.
Comunista storico, milanese, migliorista, riformista sincero, oggi compie 90 anni, auguri.
Sul Corriere oggi dice che hanno deciso, lui, Chiaromonte ( altro galantuomo che si oppose, perdendo, alla scelta giustizialista antisocialista, la via giudiziaria al potere degli eredi di Berlinguer) e Berlinguer stesso di non prendere più i soldi da Mosca dalla fine del 75.
Ci sono evidenze, nelle ricerche dello storico Zaslaski, che fra la decisione e il fatto passarono circa 5 anni, ma va bene, ci vuole tempo a non prendere più soldi dai nemici del proprio Paese.
Ci sono evidenze che i bilanci del PCI erano consistentemente sostenuti dai soldi delle tangenti e del finanziamento illecito su tutti i territori e a livello nazionale dalla cooperazione rossa, che godeva di quote di appalti pubblici decisi da “sistema”, nel sistema.
C’è, in un libro di Galli della Loggia, un meraviglioso verbale della segreteria nazionale del PCI, fine anni 70, nel quale Pajetta dice a Berlinguer che bisognava sistemare questa voce di entrate “altre” e che era ora di bonificare i meccanismi di finanziamento nelle federazioni territoriali.
Sappiamo poi che nel 1983 e ne 1990 il PCI, poi PDS, vota l’amnistia in Parlamento per i reati di finanziamento illecito della politica.
Sappiamo che pochi mesi dopo Raul Gardini entra nella sede del Pds, per un incontro con i vertici del partito,con una valigetta con 1 miliardo e se ne va senza.
Sama, braccio destro di Gardini ha appena rilasciato una intervista dove racconta l’accordo con i vertici del Pds, in Italia, in Colombia, alcuni, a trattare aerei ci sono andati qualche anno dopo, sulla questione Enimont, con promessa di contributo.
Bene, sappiamo tutte queste cose ma sui giornali, nei libri, nelle televisioni, nei film, oltre che nelle Procure, naturalmente, i comunisti e i post comunisti sono lindi.
Su Il Corriere, diretto dall’ex capo redattore dell’Unita’ di Veltroni, se da un momento( abbastanza lungo) in poi, i comunisti non prendono più soldi da una dittatura straniera nemica dell’Italia, va ad onore del comunismo italiano, del berlinguerismo italiano.
Onore epopea. Che bravi, che svolta.
Il fatto che li abbiano presi per 30 anni e più condizionando la democrazia italiana non conta.
Il crimine è questo ma non conta.
Il crimine è averli presi da più parti facendo la morale, sempre, a chi li prendeva dalle stesse parti.
Ma non conta. I criminali sono gli altri.
La morale sino alle Procure come strumento di lotta politica. Come ha confessato Chiaromonte.
Non conta.
La morale della “bella storia” dei film di Veltroni su Berlinguer che è , invece,all’origine del moralismo che poi è diventato giustizialismo sul quale è esploso il populismo.
Non conta.
È un Paese al contrario.
In questo caso si, è un Paese al contrario.
Orrendo.
Sergio Pizzolante
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