La prova che la Procura di Rimini ha mostrato al gip ottenendo gli arresti di Louis Dassilva, senegalese di 34 anni in carcere a Rimini da una settimana per l’omicidio di Pierina Paganelli, sarebbero una serie di filmati della telecamera della farmacia San Martino che in via Del Ciclamino ha ripreso l’indagato nelle ore precedenti l’omicidio, rivelando agli investigatori quali abiti indossasse la sera del delitto, il 3 ottobre 2023, che poi si sospetta non abbia mai consegnato alla polizia.
La stessa telecamere alle 22.10 circa di quella stessa sera riprende poi l’auto di Paganelli che rientra da un incontro al tempio dei Testimoni di Geova, ed infine nuovamente – almeno nelle ipotesi accusatorie – Dassilva, dopo che avrebbe gettato l’arma del delitto nei cassonetti dell’immondizia.
Intanto la moglie del 34enne, Valeria Bartolucci è indagata per stalking dopo le denunce della nuora di Pierina, Manuela Bianchi: attraverso il consulente criminalista Davide Barzan e l’avvocato Nunzia Barzan ha presentato un’integrazione di querela nei confronti della donna.
Barzan ha consegnato agli inquirenti una serie di documenti, soprattutto chat e audio in cui la Bartolucci augura il male alla Bianchi, la insulta e la denigra con una serie di epiteti irripetibili a causa della relazione di quest’ultima con il marito.
La Bianchi e Dassilva avrebbero stretto una relazione extraconiugale a partire dal marzo del 2023, che nel corso dei mesi sarebbe stata a conoscenza della figlia della donna e del fratello Loris Bianchi.
Secondo il Gip, Vinicio Cantarini che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Dassilva, proprio la relazione tra la Bianchi e il 34enne avrebbe creato il movente per l’omicidio di Pierina.
Ansa