
Il “Caso Titoli”? Un processo fomentato dalla politica per ragioni politiche… E’ stato questo il “mantra” degli ultimi due giorni di udienze -e lo sarà anche per la terza udienza di lunedì prossimo- che è riecheggiato nell’Aula Grande dei Tavolucci durante le interminabili arringhe dei legali di difesa degli 11 imputati.
Ed è stato questo il messaggio che i media sammarinesi -fra cui lo stesso che rivendicò a piena prima pagina l’innocenza di Daniele Guidi!- hanno lanciato al Paese:
– “Un processo sul quale la politica aleggia pesantemente”… (lunedì 2 luglio, San Marino RTV)…
– …“La politica aleggia pesantemente su questo processo” (mercoledì 3 luglio, L’Informazione)
– …“I politici hanno fomentato questo processo” (giovedì 4 luglio, L’Informazione)
In fondo, il senso delle arringhe difensive prodotte dagli avvocati ingaggiati dagli imputati per la loro difesa era questo…
Quindi, secondo le tesi difensive e il “tam-tam” mediatico, dietro a questo processo non ci sarebbe nulla di illecito, ma i sammarinesi si troverebbero di fronte ad un processo meramente politico? Atti alla mano, nonostante un anche talvolta esasperato senso di garantismo che mi caratterizza, mi vien da ridere. Per, fra gli altri, un motivo semplicissimo: se fosse così, la chiusura di Asset Banca sarebbe stato un atto legittimo, regolare, doveroso e scontato e ben due sentenze amministrative che riconoscono il contrario sarebbero quindi “farlocche”, magari tali solo perché “fomentate dalla politica”. Come spiegare, però, in tal caso, il grande sforzo che vertici gestionali, “vice-vertici” gestionali, funzionari a vari livelli di Banca Centrale, giorni dopo la liquidazione coatta di Asset si preoccupassero fortemente di “rafforzare”, ricercando soprattutto prove di riciclaggio (evidentemente non presenti in quel momento), le motivazioni che, in precedenza, avevano avvalorato e giustificato “l’omicidio di impresa”, così come definita dai legali dello stesso Istituto Bancario, quindi “assassinata” dalla governance di Banca Centrale oggi imputata nel “500/2027”?
Sono le ore 10:36 dell’1 luglio 2017, quando Filippo Siotto, all’epoca membro Coovig di Bcsm, scrive dal suo telefono cellulare a Lorenzo Savorelli, in quei giorni Direttore Generale di Bcsm: “…La sua relazione consegnata ai giudici, manca di incisività perchè non individua chiaramente gli illeciti. (…) Se nelle prox settimane sono individuati chiaramente gli illeciti e in particolare riciclaggio, saremo salvi sotto ogni punto di vista (anche di fronte all’opinione pubblica)”. Il tema di questa conversazione, agli atti del processo, è la liquidazione coatta amministrativa di Asset Banca, avviata il 13 giugno 2017… E per la quale, due settimane abbondanti dopo, i vertici gestionali di Bcsm ancora sembravano cercare ineccepibili motivazioni a supporto della stessa liquidazione.
Ma le motivazioni addotte a supporto di una decisione, non è logico averle prima di assumere la stessa decisione?
Ma, dietro il “Caso Titoli” ci si vuol far credere che non ci sarebbero irregolarità concrete, solidi indizi e solide prove, ma soltanto una sorta di non meglio identificato e identificabile “piano politico”. Chi vuol farci intendere ciò -e mi riferisco più a qualche organo di informazione che non ai legali difensori, che hanno a che fare più con una spesso “strana” verità giuridica e non oggettiva- ci reputa -e vi reputa- tutti ingenui, impreparati, disinformati e forse “scemi”?
Il tema non è se parte della politica ha cavalcato questi fatti, questa indagine e questo processo… Il tema sono i fatti stessi, che, come abbiamo visto ieri (leggi qui) sono costati -nel complesso delle azioni criminali della cosiddetta “cricca” e dell’inadeguatezza o complicità della classe politica e dirigente che non ha saputo evitarli- almeno 829 milioni di euro alle casse pubbliche! Ben due terzi e oltre dell’intero debito pubblico che grava su tutti i sammarinesi.
Non so se la verità giuridica che verrà emessa con tutta probabilità entro la serata di lunedì prossimo collimerà con la verità oggettiva deducibile da ogni cittadino comune che conosce gli atti del procedimento e le conclusioni della “vecchia” Commissione di inchiesta su Banca Cis.
Se gli imputati venissero riconosciuti colpevoli, meriterebbero sentenze esemplari!
Non per vendetta, ben inteso. Ma perché le loro azioni, se riconosciute anche reati, hanno avuto un impatto rilevante sulla qualità della vita di ogni sammarinese. E, con questa considerazione, torniamo alla solita e inaccettabile anomalia: sul fronte poltiico, invece, non pagherà nessuno per le grandi responsabilità avute?
Enrico Lazzari