San Marino. Forte critica di Rete alla gestione del Congresso di Stato: Zeppa: ”minata l’autorevolezza ed occhio ai candidati, potrebbero ritornare vecchi nomi”

Rete torna ad accusare il Congresso di Stato di una gestione che definisce al di fuori degli standard di una normale amministrazione. Un’eccezionale mole di decreti e oltre cento delibere, discusse durante una singola seduta poco prima delle dimissioni formali dei gruppi consiliari il 19 marzo, ha sollevato dubbi e preoccupazioni. Andrea Giani, portavoce di Rete, denuncia l’elevato volume di spesa in consulenze e incarichi, decisioni che avranno impatto sul futuro Governo. La situazione appare ancor più critica considerando il divieto, fino al 20 maggio, di discutere di liste, candidati e programmi, imponendo regole che devono essere rispettate da tutti.

La circolare sulle residenze fiscali non domiciliate viene criticata per riproporre un modello di sviluppo legato a un’economia opaca, oltre a scavalcare una legge approvata in Aula. Ed è proprio Gian Luigi Macina, membro di Rete e la scorsa legislatura come come collaboratore agli Interni, evidenzia che la circolare, originariamente finalizzata alle procedure per il rilascio dei permessi di soggiorno non domiciliati, si estende a questioni non previste dal Consiglio, come i requisiti per le società che intendono svolgere tali attività.

Matteo Zeppa solleva dubbi sull’impatto democratico di un’operatività che mina l’autorevolezza del Congresso di Stato, richiamando l’iniziativa dell’ex Segretario agli Interni Zanotti nel 2019 di condividere le bozze di delibera con tutti i gruppi consiliari. L’assenza di questa prassi ha portato, secondo Zeppa, ad alcune delibere recenti che presentano “un sapore di questua elettorale”.  Zeppa osserva con preoccupazione l’aspetto delle candidature per il 9 giugno, evidenziando il ritorno di vecchi nomi sotto nuove vesti, un comportamento che definisce rischioso.

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