L’ostruzionismo esasperato messo in atto dalle forze di opposizione non è solo un danno diretto alla maggioranza o al governo, ma è un colpo inferto all’intero Paese. È frustrante assistere a un’opposizione che, priva di una linea politica costruttiva, usa l’ostruzionismo in modo sistematico, persino durante l’assestamento di bilancio, uno strumento essenziale per la stabilità economica di San Marino. Non si tratta più di una legittima espressione di dissenso, ma di un sabotaggio politico che colpisce il futuro della nostra Repubblica.
Bloccare i lavori del Consiglio Grande e Generale con emendamenti e richieste di confronto pretestuose, rallentando le discussioni e, di fatto, impedendo che il Paese proceda con le necessarie riforme, è una pratica antidemocratica. È paradossale che proprio coloro che in passato si sono scagliati contro l’uso eccessivo della decretazione d’urgenza, oggi usino questi mezzi per paralizzare il sistema. È chiaro che si vuole mettere in crisi il governo e impedire l’attuazione di politiche necessarie al rilancio economico, ma il prezzo di questa strategia lo pagano tutti i cittadini. Le opposizioni devono ricordarsi che il loro compito non è bloccare, ma controllare.
Un’opposizione seria e rispettosa dei ruoli istituzionali dovrebbe vigilare sull’operato della maggioranza, proponendo alternative valide e costruendo un confronto democratico. L’ostruzionismo non è una forma di legittima resistenza politica: è un abuso che mina il processo democratico e crea un danno collettivo. Quando il Consiglio è bloccato, il Paese è bloccato. Le riforme si fermano, gli investimenti vengono ritardati, e le decisioni vitali per il futuro della Repubblica non vengono prese. Questo non è accettabile.
È necessario, ora più che mai, introdurre norme antiostruzionistiche e rivedere il regolamento del Consiglio Grande e Generale. La regolamentazione dei tempi e delle modalità di intervento deve essere chiara e non permettere abusi che paralizzano l’intera macchina istituzionale. Se non si interviene rapidamente, il rischio è che San Marino venga trascinato in una spirale di inefficienza e ingovernabilità. Non possiamo permettere che una minoranza metta in ginocchio il Paese per vincere una battaglia politica.
L’interesse di parte, quello di ottenere visibilità o di indebolire l’avversario politico, non può prevalere sull’interesse comune, che è quello di far funzionare le istituzioni per il bene di tutti. Un Paese che non può essere governato è un Paese destinato a fallire, e questo è ciò che le opposizioni sembrano ignorare o, peggio ancora, favorire con queste pratiche ostruzionistiche. Il governo e la maggioranza devono reagire, ma soprattutto devono farlo in modo istituzionale e democratico, ponendo fine a questo scempio regolamentando con rigore il funzionamento del Consiglio.
Il futuro di San Marino non può essere ostaggio di tattiche che appartengono alla peggiore politica.
Marco Severini – direttore del GiornaleSM