San Marino. Un’inaccettabile discriminazione della donna e della maternità nel nuovo contratto di lavoro per i dipendenti pubblici. … di Jessica Guidi

Siamo nel 2023 in uno stato, San Marino, che ama definire sé stesso l’Antica Terra della Libertà. 

Eppure, all’interno della nuova proposta di contratto di lavoro per i dipendenti pubblici, in particolare nell’allegato 2 riguardante “le procedure speciali di assunzione a tempo indeterminato del personale educatore del nido per l’infanzia e del personale docente”, assistiamo ad una delle più grandi manifestazioni di lesione dei diritti fondamentali della persona, nel caso specifico, il diritto alla genitorialità.   

Nella nuova proposta si evince che gli aspiranti insegnanti dovranno superare tre anni di “lavoro di prova” al termine dei quali il loro operato sarà giudicato (non è dato sapere su quali basi e in quali termini) da una commissione mista. Nel caso in cui gli aspiranti docenti in questione abbiano già esercitato la loro professione in tre anni di servizio a pieno punteggio, tale momento di prova si riduce ad un anno, anziché tre.

Tuttavia, per una docente che in questi famosi tre anni di servizio ha usufruito del diritto fondamentale al congedo di maternità, tale periodo non verrà conteggiato negli anni di lavoro già svolto e si troverà a dover superare tre anni “di prova” anziché uno soltanto.

Alla stessa maniera, se un’aspirante docente si trova nel fantomatico “periodo di prova” e necessita di usufruire del congedo di maternità, questo periodo di astensione dal lavoro precluderà alla stessa di poter completare l’anno di prova con valutazione finale, con la conseguenza di essere superata in graduatoria da altri aspiranti docenti che non hanno avuto necessità di andare in maternità, rischiando quindi di non trovare più disponibile il proprio posto di lavoro. 

Se consideriamo, inoltre, tutte quelle donne che si trovano nella condizione di portare avanti una gravidanza a rischio per la quale è necessaria l’astensione dal lavoro per un periodo decisamente molto più lungo dei cinque mesi canonici, l’aspirante docente potrebbe trovarsi a perdere non solo un anno di prova, ma addirittura due, con nuovamente la conseguenza di essere superata da altri colleghi e colleghe che, invece, hanno potuto completare il periodo di servizio richiesto, e avere quindi ancora meno chance di trovare il proprio posto di lavoro nuovamente disponibile. 

Tale procedura è un’assoluta ed inaccettabile discriminazione di genere! Il congedo per maternità è un diritto fondamentale comune a tutte le donne lavoratrici, sancito dalla costituzione stessa, e il mancato riconoscimento del periodo di maternità (in ciascuna delle sue forme e durata) da parte di questo nuovo contratto di lavoro è una vergognosa ed intollerabile violazione dello stesso. Un simile sistema pone la donna di fronte una scelta improponibile, con tutto lo stress emotivo e le conseguenze psicologiche che essa impone: diventare madre, correndo il rischio di non poter più avere il proprio posto di lavoro, o proseguire la carriera lavorativa mettendo da parte il desiderio e la gioia dell’essere madre? 

Una tale procedura non solo disincentiva le future docenti ad intraprendere e continuare la loro carriera nel mondo dell’insegnamento ma, sull’altro versante, disincentiva le donne stesse a diventare madri, aumentando il già enorme problema della natalità nella nostra società attuale. 

Già solo questa incredibile discriminazione verso le donne, mascherata da tutta una serie di procedure macchinose che di fatto ledono molti diritti e principi essenziali della persona e del lavoratore, dovrebbe bastare per stracciare l’allegato 2 del nuovo contratto di per dipendenti pubblici; è imperativo che venga rispettato il diritto fondamentale per tutte le donne di diventare madri e che venga garantito e riconosciuto, come servizio effettivo, il periodo di maternità in qualunque forma  e durata esso prenda luogo, senza inficiare in alcun modo sul percorso lavorativo o su un’eventuale valutazione della lavoratrice. 

Chiediamo con forza di rivedere l’allegato 2, riguardante gli insegnanti, nella sua totalità; ci rendiamo disponibili al confronto ma ribadiamo la nostra determinazione nella lotta per la difesa e salvaguardia dei diritti esistenziali delle lavoratrici e delle donne più in generale, inaccettabilmente lesa da questo contratto!

Jessica Guidi, docente della scuola secondaria superiore di San Marino.

  • Le proposte di Reggini Auto