San Marino. “Caso Titoli”. Parla Catia Tomasetti, “liberatrice” di Bcsm dalla “cricca”: Andrea Zafferani (RF) “nel mio primo CCR mi attaccò così forte fino a farmi vomitare per lo stress!”

E’ stata la deposizione, in qualità di Testimone, di Catia Tomasetti, Presidente di Banca Centrale di San Marino, al centro dell’udienza di ieri del cosiddetto “Caso Titoli”. Un’udienza aperta da una doppia richiesta di acquisizione agli atti di nuovo materiale -si presume- emerso solo recentemente, inoltrate rispettivamente dall’Avv. Filippo Cocco, (legale di Bcsm costituitasi Parte Civile) e dall’Avv Rossano Fabbri (legale di Asset Bank, parte civile anch’essa).

Se nel secondo caso si tratta di materiale già inserito nel procedimento 416/2019 (il processo attinente il conferimento in “pegno” da parte di Banca CIS di titoli di proprietà della clientela e non della banca) e relativo ad una indagine del Giudice Elisa Beccari incentrata su una ipotesi accusatoria di associazione a delinquere (leggi qui e leggi qui) fra i “vecchi” vertici di Bcsm, unitamente al Commissario della Legge Alberto Buriani, al Dg del CIS Daniele Guidi, all’azionista Marino Grandoni e al finanziere lucano Francesco Confuorti, nel primo caso non è dato a sapere -a noi comuni mortali (i legali in causa potranno invece visionare il materiale fin da subito, così da preparare una posizione in merito alla loro ammissibilità)- di cosa si tratti.

Il Giudice Vico Valentini, in ogni caso, si è riservato di decidere sull’ammissione agli atti del “500” dei due nuovi fascicoli entro la prossima udienza, fissata per il 10 giugno, il giorno dopo le elezioni politiche.

La Presidente di Banca Centrale, dal banco dei testimoni, rispondendo per tutta la mattinata alle domande del Giudice, della Procura del Fisco, dei legali di parte civile e di difesa, ha ripercorso i momenti più controversi delle tematiche su cui ruota il processo in corso in cui, all’acquisto da parte di Bcsm dei titoli Demeter ad alto rischio di perdita di capitale, si sono uniti i fascicoli della -secondo due sentenze amministrative- illegittima liquidazione di Asset Banca e altre vicende controverse nell’operatività, nell’azione della Banca Centrale di Grais, Savorelli, Moretti ecc… Ma, più che l’aspetto meramente tecnico, quel che emerge e appare interessante approfondire è che fin dal suo arrivo in San Marino, fu oggetto di pressanti e “sfacciate” pressioni, sia dai colleghi di Bcsm che dalla componente politica di AdessoSm.

Infatti, fin dal maggio 2018 (quando venne nominata), il nuovo vertice della governance finanziaria sammarinese, si rese conto che, il suo, non sarebbe stato un compito semplice e sereno. “Appena arrivata a San Marino per il primo Cda, settimana successiva alla mia nomina, il Segretario di Stato alle Finanze Simone Celli mi invitò a pranzo con Roberto Moretti Raffaele Mazzeo e Marco Bodellini; nell’ambito di quel pranzo emerge subito il tema dei titoli Demeter e, fra le varie, vengo messa in guardia su un consigliere, Francesco Mancini, attribuito in quota all’opposizione”, il quale, “mi dicono fosse un consigliere che cercava di attirare l’attenzione su quei titoli, che, invece, erano una questione chiusa, risolta e da non sollevare più… Era una cosa tranquilla”.

(lo dice anche MARINO GRANDONI nella TELEFONATA CON NICOLA ndr.)

San Marino. Game Over! Ecco l’audio del dialogo tra Nicola e Marino.

Talmente “tranquilla e chiusa”, vien da aggiungere oggi, che quell’operazione finanziaria è al centro di un procedimento giudiziario istruito ai danni di chi, quella stessa operazione, l’ha voluta e resa possibile nonostante “scommettere” (quei titoli erano derivati ad alto rischio di perdita del capitale) “non fosse certo nel Dna di una Banca Centrale che, come tale, gestisce soldi non suoi ma delle banche”. “Quel pranzo -presume la testimone- doveva, negli intenti di Celli e degli altri, rassicurarmi sui titoli Demeter”, ma ebbe l’effetto contrario visto che la Tomasetti si alzò da quel tavolo quanto mai allarmata.

Dunque, neppure il tempo di arrivare in Repubblica per assumere l’incarico di Presidente di Bcsm, che componenti governative (erano i tempi di AdessoSm) e vecchi dirigenti di Banca Centrale misero in campo azioni finalizzate a far sì che la “nuova arrivata” non creasse problemi. Non creasse problemi, ovviamente, agli interessi e alle azioni precedente concretizzate dalla vecchia governance dell’ente di gestione e vigilanza finanziaria.

E, al di là della ricostruzione tecnica che la Presidente ha fatto in Aula, l’aspetto più rilevante, come detto, è senza dubbio quello delle pressioni politiche. Addirittura, in taluni casi, portate con grande veemenza. Come, ad esempio, ha ricordato, nel momento della concessione di un nuovo prestito a Banca Cis. “Il 30 luglio (2018; ndr) -ha spiegato la Tomasetti- si riaprì con particolare virulenza, in un CCR da me convocato d’urgenza, lo scontro” sulla competenza del Condir in materia di decisione sui prestiti di liquidità alle banche. In quell’organismo che riunisce i vertici gestionali di Bcsm alla componente politica (all’epoca membri politici del CCR erano i Segretari di Stato Simone Celli e Guerrino Zanotti di SSD e i Segretari di Stato Nicola Renzi e Andrea Zafferani di Repubblica Futura) “subii -ha confermato la Presidente di Bcsm- un attacco molto violento da Mazzeo, da Moretti e da alcuni Segretari di Stato” i quali “sostenevano che il Condir si immettesse in questioni non di sua competenza”.

Poi -per meglio capire e giudicare le posizioni contro la, chiamiamola, linea Tomasetti- Bcsm chiese un parere legale ad un luminare del settore, che confermò senza lasciare alcun dubbio la competenza del Condir, e non del Covig, nella concessione di prestiti di liquidità alle banche. E non era differenza da poco, evidentemente, visto che la competenza del Condir avrebbe esautorato il Direttore Generale Moretti e il Covig che vedeva al suo interno Mazzeo, dalle competenze sulla decisione se concedere o meno prestiti alle banche, compresa Banca Cis.

In questo CCR -ha spiegato la Tomasetti dal banco dei testimoni-, uno dei più virulenti era Zafferani, che era anche un nostro dipendente e non aveva una laurea in giurisprudenza, ma era convintissimo di questa cosa (la non competenza del Condir; ndr)…” Zafferani “fu così violento che, posso confessare, dopo quel CCR” in cui ero “connessa in videoconferenza, uscii dalla stanza e vomitai” per il grande stress accumulato…

Dunque, la politica, in particolare certe precise componenti politiche, creò non pochi problemi alla Tomasetti, fin dai primi mesi in cui sedette sulla poltrona di Banca Centrale. Ma queste pressioni, queste battaglie sferrate per contrastare la sua azione, non fermarono il processo che, oggi, è culminato con un risanamento tangibile dell’intero sistema bancario e la sconfitta -non ancora definitiva, purtroppo- della “cricca” e della sua “occupazione”.

Un altro momento di grande tensione fra politica, nel caso esponenti del CCR di Repubblica Futura -come ha evidenziato la stessa in Aula-, e “nuovo” Presidente Bcsm, si registrò nel momento della “cacciata” di Roberto Moretti dalla Direzione generale della stessa Banca Centrale, con Celli favorevole -seppure per una sua sostituzione con Mazzeo- e gli esponenti di Rf fermamente contrari alla sua rimozione… Ma di questo parleremo meglio nei prossimi giorni.

Enrico Lazzari

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