La crisi della politica è ormai al punto più basso di sempre. Un governo nato male e finito male, in terapia intensiva. Riforme promesse e non mantenute. Finanza pubblica devastata dal debito. Problemi del Paese irrisolti. Cittadini esclusi e allontanati dalle decisioni importanti. Opacità di gestione e segreti strani.
Eppure, non si ha cura di un Paese in declino, ma ci si arrabatta per la nomina dei nuovi Capitani Reggenti con il rischio che non ci siano i voti per l’elezione. Così il bilancino partitico traballa e nasce l’incertezza in una situazione confusa.
Mi ricordo che tempo fa si ricorse alla famosa Reggenza di garanzia pur senza motivi plausibili. Ebbene, oggi ci sarebbero buoni motivi di pensare al Paese, lasciando in disparte tribù, cespugli, trincee, casermette e muovendosi, con buon senso, verso una Reggenza di garanzia in vista delle elezioni anticipate.
Dubito molto che la partitocrazia abbia un lampo di lucidità e di serenità, ma lancio la mia proposta ugualmente.
Emilio Della Balda